Gli eretici di Zlatos

Era il 1990 quando, finalmente, la Nord pubblicò il mio primo romanzo

L’Europa ha conosciuto terribili sconvolgimenti, vittima di un olocausto che ha trasformato il continente e ha ridotto la popolazione a uno sparuto gruppo di sopravvissuti, regredito a condizioni primordiali. Sette secoli dopo il disastro, la civiltà è alla ricerca del primo passo verso la restaurazione. Ma occorre prima di tutto abbattere un intollerabile ostacolo, propagandato dalla Chiesa della Nuova Fede come il simulacro della distruzione: Zlatos, la mitica città sotterranea dove i discendenti di coloro che provocarono l’olocausto sopravvivono agli stenti del mondo… Uomini e mutanti si troveranno quindi partecipi di una imponente crociata, allestita per indagare oltre i confini delle Terre Orientali alla ricerca dell’Eresia da distruggere. Ma troppi sono gli interessi che gravitano attorno a questo grandioso proposito: è in gioco il predominio assoluto sulle  terre scampate all’olocausto. Saranno Asaf e Neftali, due giovani Missionari del Culto, a reggere nelle proprie mani il peso gravoso degli eventi… fino a quando non si scatenerà in modo risolutivo il Potere racchiuso nelle loro menti.

Dalla presentazione di Piergiorgio Nicolazzini
Nato in origine come un ambizioso progetto a quattro mani con Silvio Sosio, il romanzo di Forte è poi maturato come un’opera autonoma, grazie all’impegno e alla bravura dell’autore, che è riuscito a conferirgli il respiro più naturale. Pur scegliendo un territorio accidentato e rischioso, popolato di capolavori quali “La Terra sull’abisso” (1949), “Il lungo silenzio” (1952-1970) di Wilson Tucker, “I trasfigurati” (1955) di John Wyndham, “Un cantico per Leibowitz (1960) di Walter Miller, jr, “Gli eredi della Terra” (1976) di Kate Wilhelm, o il più recente “Il simbolo della rinascita” (1985) di David Brin, questo romanzo di Forte esce positivamente dal confronto, ma non tanto con i titoli appena citati, quanto con le potenzialità del genere stesso, che è ciò che più conta, perché la sostanza narrativa è molto solida e individua subito obiettivi precisi, sia nella dinamica dell’azione che nella costruzione dell’universo narrativo e, soprattutto, nella tensione morale che lo anima. Forte insiste molto sul tema “ultima muraglia”, ed è proprio il rilievo dato alla barriera fra noto e ignoto, tra mondi vecchi e nuovi, tra scenari geografici e mentali di distruzione (con il profondo dissidio tra fede, coscienza e fanatismo), che dona a questo suo libro un particolare spessore. E se qualcuno crederà di scorgervi qualche rigidità, capirà subito che essa è semmai dovuta al mirabile sforzo di dare coerenza stilistica alla narrazione, nella quale riecheggiano continuamente riferimenti e rimandi all’impalcatura di quest’universo del postolocausto, più che mai vivido e singolare. E’ uno scenario che non a caso elegge l’Europa come referente geografico, con ciò attualizzando il perfetto meccanismo di straniamento delle storie di catastrofe, dove la natura ostile e aliena non è lontana nel tempo e nello spazio, ma viene ricreata attraverso la defamiliarizzazione e la radicale trasformazione del consueto e del quotidiano. Con questo romanzo, Franco Forte ha vinto una sfida non facile.

Editrice NordCollana “Cosmo Argento”

Brossura
Fuori catalogo. Reperibile sul Delos Store

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