Il segno dell’untore

La prima indagine del notaio criminale Niccolò Taverna

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Milano, anno del Signore 1576. Sono giorni oscuri quelli che sommergono la capitale del Ducato. La peste bubbonica è al suo culmine, il Lazzaretto Maggiore rigurgita di ammalati, i monatti stentano a raccogliere i morti. L’aria è un miasma opaco per il fumo dei roghi accesi ovunque.
In questo scenario spettrale Niccolò Taverna, Notaio Criminale, viene chiamato a risolvere due casi: un furto sacrilego in Duomo e un brutale omicidio. Chi ha assassinato il Commissario Inquisitoriale Bernardino da Savona? E perché? E chi ha rubato il candelabro di Benvenuto Cellini dal Duomo?
La figura del Notaio Criminale che si muove nel suggestivo scenario della Milano del 1500, dominata dalla Corona di Spagna e minacciata dalle continue epidemie di peste, è alla base del romanzo “Il segno dell’untore” (Mondadori, in libreria dal 17 gennaio 2012), che ha per protagonista il giovane magistrato Niccolò Taverna nella capitale del Ducato nel 1576. Investigatore astuto, intelligente, grande osservatore di particolari che sfuggono a inquirenti e criminali, Niccolò Taverna si trova a dover risolvere difficili casi di omicidio in un clima di tensione tra il Governatore della città, il potere clericale, rappresentato dalla figura dell’arcivescovo Carlo Borromeo, e la Santa Inquisizione spagnola, che vede nell’arcigna figura di Guaraldo Giussani il suo nume tutelare.

Nel primo romanzo delle indagini di Niccolò Taverna, questo straordinario personaggio che sfrutta tecniche investigative a volte sorprendentemente moderne, per quanto perfettamente calate nel contesto storico in cui si muove (e sempre ben documentate) si muove in un mondo ricostruito alla perfezione, facendo compiere al lettore un vero e proprio salto all’indietro nel tempo di quasi 500 anni, in una Milano in cui, sullo sfondo del Duomo ancora in costruzione, delle colonne di fumo che si sollevavano dai fopponi, le fosse comuni in cui si bruciavano i morti di peste, dei conflitti di potere tra Stato e Chiesa, la criminalità dilaga incontrastata e stupri, furti e omicidi sono pratiche all’ordine del giorno.
Quella che Niccolò deve seguire è un’indagine incalzante, con lo spettro incombente della Santa Inquisizione che incombe ovunque, per risolvere un caso di omicidio che potrebbe dimostrarsi molto pericoloso. Lo stesso arcivescovo Carlo Borromeo pare implicato, così come le più alte cariche della Corona di Spagna e della Santa Sede. Per non parlare dell’ordine degli Umiliati, che il Borromeo ha cancellato e che già una volta ha cercato di uccidere l’arcivescovo di Milano.
Sfruttando le sue straordinarie capacità investigative e le tecniche d’indagine dell’epoca, Niccolò Taverna cerca di venire a capo di questi due intricati casi, che rischiano di compromettere la sua carriera e la sua stessa incolumità. Pur sostenuto da un intuito eccezionale, è costretto a combattere contro troppi nemici, tutti troppo potenti: pericolosi assassini, la Santa Inquisizione, la peste, i cui artigli ghermiscono proprio chi Niccolò ha di più caro.
Per il più abile Notaio Criminale di Milano la sfida è aperta e la posta in gioco è alta: la propria carriera e la propria incolumità. Oltre all’amore per una fanciulla nei cui occhi ha l’impressione di annegare.
Un thriller straordinario, che non concede soste al lettore, sostenuto da una rigorosa ricostruzione storica.

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5 pensieri riguardo “Il segno dell’untore

  1. Da pochi giorni ho letto Il segno dell’untore, grazie di avermi regalato momenti di sorriso,avventura, mistero…storia il suo libro, ma tenuto legata dalla prima parola fino all’ultima…con tanta voglia di leggere senza fermarmi,adesso continuerò a seguirla sto già iniziando Ira domini

    1. Grazie dei complimenti, fanno sempre piacere. Fammi spaere cosa ne pensi anche di Ira Domini.

  2. Buongiorno ho terminato anche Ira domini notevole anche questo romanzo,la descrizione basata su una ottima documentata storica, un giusto rapporto tra momenti di suspence/azione e momenti più comuni, fanno immedesimare completamente noi lettori avendo letto Il segno d’untore,i protagonisti vengono sentiti come amici cari che non si sentivano da tempo ; mi è piaciuta anche l’idea che forse scriverà di nuove missioni del notaio criminale ….speriamo ora mi inizierò I Bastioni del Coraggio

    1. Grazie anche per questo commento. Perché queste tue belle recensioni non le metti anche nelle schede dei romanzi su Amazon? A me farebbe senz’altro piacere! 😉

  3. buonasera, recensito con il nome di mio marito (Silvano)
    continuerò sicuramente a divorare le sue altre pubblicazioni

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